Perché le modifiche al calendario 2024 hanno senso
- GPblog.com
Negli ultimi giorni è trapelata la notizia che la Formula 1 potrebbe annunciare un importante cambiamento del calendario per il 2024, al fine di ridurre le emissioni di CO2 e di adattarsi al Ramadan. La notizia è stata accolta con reazioni contrastanti, ma i cambiamenti hanno senso?
A prima vista, la tripletta Australia, Cina e Giappone sembra piuttosto brutale per i piloti. Le gare di Australia, Cina e Giappone sono raramente presenti nel calendario e vengono utilizzate solo in circostanze eccezionali. Tuttavia, questo potrebbe avere un senso. Le date non sono ancora state confermate, ma si presume che si tratti di un fine settimana dopo l'altro. Poiché si dice che la stagione inizierà a Gedda prima di andare in Australia, in Cina e poi in Giappone, questa scelta è facilmente giustificabile.
"Ovviamente si è parlato molto di quanto sia sostenibile il calendario, saltando dal Medio Oriente all'America e di nuovo all'Europa", ha detto Russell alla conferenza stampa della FIA Down Under.
"Ci sono molte limitazioni legate al clima, alle gare che svolgiamo in determinati eventi e alle limitazioni dei circuiti stradali, a quando possono essere aperti. Ma sicuramente credo che l'Australia debba essere affiancata da una gara mediorientale, perché credo che quasi tutti noi siamo arrivati qui in aereo di sabato o domenica la scorsa settimana".
Ridurre i viaggi
Per quanto riguarda i viaggi, le cose si semplificano notevolmente. La preparazione al Giappone nel 2023 vede i piloti percorrere 9510 km dall'aeroporto di Linate (GP d'Italia) all'aeroporto internazionale di Chubu prima del Gran Premio del Giappone, con una sosta all'aeroporto Changi di Singapore (GP di Singapore). Se si confronta questo dato con quello del 2024, il viaggio dall'aeroporto di Melbourne all'aeroporto di Shanghai Pudong e poi all'aeroporto internazionale di Chubu sarà quasi dimezzato a 5869 miglia. Entrambe le tratte sono più brevi rispetto al programma attuale.
Riduzione delle emissioni
La Formula 1 è stata a lungo criticata per non essere lo sport più rispettoso dell'ambiente, ma Stefano Domenicali ha dichiarato che lo sport sta cercando di fare di più per ridurre l'impronta di carbonio. E non sorprende che la riduzione della distanza di viaggio tra una gara e l'altra riduca significativamente le emissioni di C02. Con l'attuale configurazione, i voli tra le tre località producono 932 kg di emissioni di C02. Con l'organizzazione del 2024, invece, le emissioni saranno di 723 kg. Un calo significativo.
Un cambiamento logico
Tutto questo sembra avere un senso, indipendentemente dalla situazione imposta alla F1. Meno viaggi per i piloti, le squadre e i fan, rendendo lo sport più accessibile, il che è fondamentale per una crescita sostenuta di questo sport. La Formula 1 vuole aggiungere più gare al calendario e, per correttezza, questo sport è globale e per tutti, ma non perdiamo un po' di buon senso in questo processo.
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