La FIA conclude che la Red Bull non è colpevole: "Non è stato trovato nulla".
La FIA ha definitivamente autorizzato la Red Bull Racing a utilizzare un modo furbo per regolare l'altezza di guida della vettura. Si tratterebbe di un "regolatore del front-bib", che si pensava venisse cambiato tra le qualifiche e la gara. La federazione ha concluso di non aver trovato alcuna prova, informa la FIA.
Secondo Autosport.com, una delegazione della FIA ha visitato la fabbrica della Red Bull Racing a Milton Keynes per indagare. In una dichiarazione, ricevuta da GPblog tra gli altri, la FIA afferma che: "Questa indagine ha concluso che non c'è stata alcuna violazione e ha quindi confermato la posizione adottata dalla FIA durante il Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin".
Brown convinto della colpevolezza della Red Bull
La Red Bull è stata accusata dai rivali di aver utilizzato un sistema in grado di regolare l'altezza di guida. In particolare la McLaren, guidata dal suo amministratore delegato Zak Brown, era convinta che gli austriaci avessero violato le regole. "Devi presentare i disegni alla FIA, in modo che tutti gli altri team possano guardarli. È una cosa pubblica per tutti. Quindi non c'è dubbio che la Red Bull avesse un sistema che le permetteva di regolare l'altezza dell'assetto dall'interno dell'auto. Non c'è alcuna obiezione al riguardo. Gli altri nove team non hanno questo sistema", ha dichiarato.
La FIA ha subito annunciato di non aver trovato alcuna prova a sostegno di questa affermazione. Sembra che la FIA abbia voluto dimostrare di prendere sul serio le lamentele visitando la fabbrica della Red Bull a Milton Keynes. Ma per l'associazione di sport motoristici la questione è ormai davvero chiusa.
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