Se parliamo di motori, la più grande passione degli italiani è sicuramente la Ferrari. Anche in queste ultime stagioni non molto brillanti, soprattutto questa, l'interesse degli italiani per il Cavallino Rampante non diminuisce. Vogliono sempre saperne di più sulla loro scuderia preferita. Ma cos'è che vogliono sapere i tifosi della Rossa sulla Ferrari e sui suoi piloti?
Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto un piccolo aiuto a Google. Abbiamo digitato nella barra di ricerca la domanda forse più significativa di tutte, ovvero "perché?", seguita dal nome della Scuderia di Maranello, da quello di Charles Leclerc e da quello di Carlos Sainz. Andiamo quindi a vedere quali sono le curiosità degli italiani.
La prima domanda è sull'aspetto che forse caratterizza di più il marchio Ferrari nel mondo: il colore rosso. Quindi, perché la Ferrari è rossa? Il colore che ormai è sinonimo di Ferrari negli anni '50 era il colore che contraddistingueva le vetture italiane nelle competizioni motoristiche (come il verde per il Regno Unito o il blu per la Francia) e da lì è rimasto sulle auto prodotte a Maranello fino ad oggi.
La seconda curiosità degli italiani è sempre sull'identità della Ferrari: perché ha il Cavallino? Il Cavallino Rampante era il simbolo di Francesco Baracca, aviatore morto in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. Il giovane Enzo Ferrari nel 1923 conobbe i genitori di Baracca in occasione di una gara automobilistica e questi ultimi, impressionati dalle vittorie di Ferrari, gli affidarono il simbolo del figlio come portafortuna per le successive gare. Sono passati 100 anni e il Cavallino è ancora lì.
Poi c'è una domanda, declinata in vari modi, che si sono fatti tutti in questa stagione: perché la Ferrari non vince? Qualcuno si chiede direttamente "perché la Ferrari fa schifo?" ma il concetto è quello. Quest'anno la Ferrari ha fatto una delle sue peggiori partenze in una stagione della Formula 1 e finora ha conquistato solo una pole e un podio con Charles Leclerc in Azerbaigian. Il perché sta sicuramente nella macchina sviluppata ancora sotto la gestione di Binotto, ma gli ultimi aggiornamenti sembrano aver migliorato leggermente la situazione. Vediamo se ci sarà ancora da chiedersi perché la Ferrari non vince.
Anche per Leclerc c'è una prima domanda sulla sua immagine da pilota: perché ha il numero 16? La risposta in realtà è molto semplice, perché il 16 è il giorno di ottobre in cui è nato nel 1997. Il pilota monegasco ha rivelato in un'intervista che la sua prima scelta sarebbero stati il 7 o il 77, ma quando è arrivato in Formula 1 erano entrambi occupati.
La seconda domanda che gli italiani si fanno è sul soprannome di Charles: perché viene chiamato "Il Predestinato". Il pesante soprannome del monegasco è stato coniato dal commentatore di Sky Carlo Vanzini dopo le prime vittorie con la Ferrari nel 2019. In particolare la seconda fu a Monza, la vera e propria gara di casa per la Ferrari. Leclerc viene chiamato "Il Predestinato" anche per il suo percorso particolarmente impressionante nelle classi minori e per il fatto di essere il primo pilota della Academy Ferrari ad arrivare in F1 con il Cavallino Rampante. Sembra quindi guidato dal destino verso le vittorie in Ferrari. Chissà se in futuro lo confermerà.
Poi ci sono tante domande che riconducono tutte alla difficile stagione della Ferrari, come ad esempio "Perché Leclerc è stato penalizzato?" "Perché Leclerc parte sesto?" "Perché Leclerc si è ritirato?" e così via. Il monegasco si è dovuto ritirare in Bahrain per un guasto alla sua vettura e in Australia per un contatto con Stroll. In più già alla seconda gara ha subìto una penalità di 10 posizioni per aver montato la terza centralina dell'anno, ne ha subita una di tre posizioni a Monaco per aver ostacolato Norris in qualifica e a Barcellona è partito addirittura dalla pit-lane. Non un inizio facile.
Sul "povero" Sainz gli italiani hanno un solo tipo di domanda invece: perché è stato penalizzato? Perché si è ritirato? E simili. Sono le stesse cose che tutti vogliono sapere anche su Leclerc e questo inquadra perfettamente il momento della Scuderia di Maranello. Gran parte delle ricerche riguardo alla penalità di Sainz risalgono con ottima probabilità al GP d'Australia, quando ricevette 5 secondi di penalità per aver toccato Alonso alla ripartenza. Il fatto che la gara sia finita dietro alla safety car lo ha fatto retrocedere dal quarto posto al dodicesimo, fuori dai punti.
Inoltre, Sainz ha ricevuto 5 secondi di penalità nel GP di Miami per aver superato il limite di velocità nella pit-lane. Il vantaggio da chi lo seguiva gli ha però garantito di mantenere la posizione. Va detto che quest'anno Sainz è stato molto più costante dello scorso anno e del suo compagno di squadra, finendo tutte le gare finora disputate. Nella stagione 2022 c'era invece ben ragione di chiedersi perché Sainz si fosse ritirato, visto che è successo in Australia, Azerbaigian, Emilia-Romagna, Austria, Giappone e USA.